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Oltraggio a pubblico ufficiale, rapina e tentata rapina. Questo è il "curriculum criminale" di cui Cataldo (Dino) Caporosso ammette le colpe. Colpito alle spalle dalle forze dell'ordine, è affetto da un grave deficit motorio (paraparesi spastica) dal 1981. Ex camionista e padre di quattro figli, è stato scagionato con formula piena per non aver commesso il fatto in processi e maxiprocessi in cui le accuse erano di: gambizzazione, sequestro di persona, estorsioni e associazione a delinquere di stampo mafioso (capoclan affiliato a una cosca della mala tarantina, poi "padrino" di un clan 'ndranghetista). La Giustizia lo ha condannato più volte per il reato di traffico internazionale di droga e detenzione di armi. Per gli oltre vent'anni espiati in carcere, le figlie, attraverso la pubblicazione delle memorie del padre, chiedono agli uomini delle istituzioni, a chi ha indagato, ai "collaboratori di giustizia", a "chi conosce la verità" di fare piena luce sui traffici illeciti di droga negli anni '90 e di contribuire con le proprie testimonianze e prove alla revisione dei processi che Caporosso chiederà a breve.