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"Mio padre e mia madre erano di Oliveto, io sono nato ad Oliveto, i miei figli sono di Oliveto e tanto è bastato a farmi sentire figlio di questa terra, a ritenere di avere il diritto di ereditare "la mia quota" di tradizioni e, in forza di ciò, realizzare questo lavoro, sperando di fare cosa gradita (almeno spero) a tutti gli Olivetani e a chi si sente legato a questo paese! La cosa, poi, negli anni passati, mi prendeva puntualmente quando mi capitava di leggere, anche per caso, o quando venivo a conoscenza, parlando con qualche anziano, di fatti e aneddoti, di vecchie rimembranze di personaggi e vicende di questi luoghi; ciò rafforzava in me il convincimento che tutte queste cose esistite o accadute non era giusto (e non è giusto) che fossero, con il trascorrere degli anni, cadute nell'oblio o, peggio, mai conosciute dai miei concittadini, specie quelli delle nuove generazioni" (Raffaele Palumbo).