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Pubblicato per la prima volta in un'edizione italiana che tiene conto dello stile grafico-stilistico progettato dall'autore, "La confessione di Lúcio" è un testo stratificato che si delinea come un classico noir: un triangolo d'amore impossibile, una donna fatale, un omicidio e un colpevole. Ma sin dall'inizio ci si rende conto che la vicenda è solamente apparenza. È un simulacro che nasconde una seconda ammissione, molto più profonda, che germina a contatto con le riflessioni delle avanguardie che, nella Parigi di inizio Novecento, svelano la complessità dell'Io e la sua non unicità. Il doppio che spezza, frantuma e oltrepassa l'individualità è l'inizio di un processo che va a intercettare l'inconscio per riportarlo a galla, fino a obbligare il protagonista a confrontarsi con la propria sessualità. Il romanzo è il resoconto fedele di un delitto e di un'espiazione, che a ogni approccio propone una visione diversa: ammaliante e conturbante, onirica e disperata, sempre in bilico tra l'inconfessabile verità e la necessaria menzogna. "La confessione di Lúcio" è il trauma di accettare se stessi.