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Figlio di un piccolo funzionario, Grigorij Litvinov rivede per caso nella stazione termale di Baden la principessa Irina, che lo aveva lasciato dieci anni prima preferendogli i salotti aristocratici di Pietroburgo e il matrimonio con un insulso generale. Otto giorni e la sua vita precipita. Nel girotondo di chiacchiere della società russa in vacanza, intellettuali vaniloquenti, nobili ammuffiti, artisti mediocri, biechi lacchè e mesdames con il loro seguito di adulatori, la passione amorosa lo trascina nel gorgo. La satira di un mondo che celebra solo la sua vanità si trasforma così nel resoconto del devastante potere di un demone, eros, che scardina l'esistenza e la sbilancia sul nulla. Questa storia d'amore, che secondo Pietro Citati "possiamo mettere vicino a quella di Anna Karenina", tiene in perfetto equilibrio i ritratti degli ambienti sociali, della natura e dell'anima, maestria descrittiva e finezza psicologica. La corsa degli amanti verso il loro destino di solitudine è un tumulto di promesse, missive, incontri segreti, rilanci e smentite. L'arte di Turgenev registra i movimenti del cuore tenendo alta la suspense come la trama di un giallo interiore, pieno di svolte e colpi di scena. Fino alla lunga scia di vapore di un treno che fugge lontano, tanto simile a quella coltre di fumo che avvolge ormai l'intero universo.