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La filosofia di Giamblico (245-325 ca.), secondo una visione tradizionale della storia della filosofia antica, inaugura un periodo di decadenza del razionalismo greco, nel quale irrompono potentemente fattori di intorbidamento' come teurgia, magia, occultismo, che alterano profondamente, in particolare, lo spirito della genuina filosofia platonica. La tesi emergente dal presente volume si muove controcorrente rispetto a questa tradizione interpretativa. Essa parte dal presupposto che nella religione e nella filosofia greca esistevano da sempre consistenti aperture verso l'irrazionale, che trovarono proprio nel pensiero di Platone il loro punto di raccordo, consistente nella piena identificazione fra iniziazione filosofica e iniziazione ai misteri. Il razionalismo greco, la cui reale supremazia non va oltre la filosofia naturalistica presocratica, divenne già a partire dal V secolo una mistica razionale', e i suoi successivi sviluppi nell'età imperiale, deprecati dalla storiografia tradizionale, furono in realtà inevitabili come il destino.