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Per evitare che la memoria della Grande Guerra si smarrisca nel tempo, tocca a noi figli e nipoti, recuperare le storie dei nostri eroi e tramandarle alle future generazioni. È doveroso, per noi e per loro, specialmente nella temperie del nostro tempo inquieto, ricordare che un secolo fa l'Italia fu sottoposta alla prima grande prova della sua giovane storia. Poteva essere spazzata via e invece all'odioso nemico resistette e anzi su di esso prevalse dimostrando di non essere soltanto "un nome geografico", come esso millantava, ma una nazione. I caduti al fronte erano spesso ragazzi che non avrebbero avuto una prole cui affidare il proprio futuro. Il recupero della memoria di Nicola Straniero, a distanza di un secolo, è oggi un dovere nei confronti di chi ha offerto la propria vita per noi e per la patria. Il mare dell'oblìo potrà restituircene il ricordo non retorico attraverso frammenti di vita militare, qualche sbiadita fotografia, delle semplici lettere dal fronte dalle quali risalire alla storia di un giovane che agli inizi del XX secolo era "bello gentile e disponibile" e che invece una guerra spietata recise nel fiore degli anni.