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Il movimento di opposizione alla Grande Guerra è un lungo filo rosso che dal sovversivismo di fine XIX secolo giunge fino alle rivolte sociali tra 1916 e 1917. In mezzo ci sono le lotte antimilitariste contro la guerra in Libia e il dibattito tra neutralisti e interventisti prima dell'entrata in guerra. Pur non negando le caratteristiche peculiari di ognuna di queste esperienze, momenti, Graziano Mamone ha seguito il filo rosso che le collega, disegnando un quadro che sottolinea l'omogeneità e il collegamento tra i diversi episodi. L'insistenza sui temi della guerra totale, dell'organizzazione del consenso e la pervasività della mobilitazione psicologica ha contribuito a far quasi scomparire i fattori di resistenza e di negazione. I temi dell'opposizione alla guerra, del rifiuto, della protesta, del pacifismo, dell'antimilitarismo sono rimasti in questi ultimi anni di studi piuttosto nell'ombra, forse anche a motivo del fatto che si trattò di orientamenti e di esperienze drammaticamente sconfitte, e che quella disfatta anticipò e preparò gran parte delle derive del secolo ventesimo ormai alle nostre spalle. Lo studio abbraccia la vasta area inter-regionale e inter-nazionale comprendente il Piemonte sud-occidentale, l'estremo ponente ligure e la Provenza con Nizza e Marsiglia. Lo studio è fondato sulla sistematica esplorazione delle fonti di Pubblica Sicurezza, in particolare i profili dei sovversivi e i rapporti sulle manifestazioni, gli scioperi, gli incidenti che turbano l'ordine pubblico.