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Pantalica Marina è un'affascinante isoletta siciliana parzialmente immaginaria e legata alla terraferma da un ponte. Due fratelli, latifondisti in difficoltà economica, si affidano a un'agenzia immobiliare londinese per la vendita di un vasto terreno all'epoca destinato al pascolo. L'"affare" si rivela poi disastroso. Seguiranno due omicidi all'apice di vicende straordinarie. Nei processi che ne derivano, grazie all'impegno dell'avvocato Oravediamo, del suo medico legale e del suo investigatore privato, si svelano misteri imprevedibili, quasi un monito per la sacralità della giustizia. In realtà, la stessa storia principale, con i morti e i processi, sembra un pretesto, che cede di fronte ai protagonisti autentici: Pantalica e la Sicilia, con i profumi, e il mare, e la gente, e la storia, e i misteri della civiltà plurimillenaria di una terra ancora da scoprire. Della quale il libro offre ampie e approfondite testimonianze, facendo emergere tutta una serie di personaggi cosiddetti minori, dal barista agli avventori, dal cocchiere della carrozza per turisti, al povero cristo che si atteggia a mafioso e a tanti altri, che con la loro parlata fieramente siciliana, la loro particolare gestualità, danno vita a quell'humus di "sicilianità" per cui con Sciascia si può dire che i siciliani condividono l'amore per la loro terra con una sorta di risentimento.