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Come in una galleria d'arte, il viaggio nel tempo di Vito Nocera disegna con garbo e dolcezza il profilo a matita di un'epoca. Il raccontare semplice e veloce, la nitidezza e la dolcezza nei ritratti... non c'è personaggio napoletano, o che con Napoli si sia incrociato in modo significativo, che, come in un grande presepe, in perenne rinnovarsi, non compaia nel suo racconto: Maradona e il cardinale Sepe, Giovanni Russo Spena e Mimmo Pinto, Rosetta Russo Iervolino e Bassolino, i leader dei disoccupati organizzati, Bertinotti e Capanna, Vera Lombardi, De Mita, il Maestro De Simone, gli operai di S. Maria la Bruna e tanti altri. Per ciascuno un attributo, mai giudicante, piuttosto, narrante. Un titolo, talvolta, lo spunto di una storia, uno squarcio d'affetto misto al rimpianto, o alla speranza. Intessuti come piccoli ricami all'intreccio vivo e mutevole di una città inclusiva e generosa che rinnova i suoi dolori e i suoi sorrisi, in quel mare che le s'infrange contro, e pure l'accarezza. Come le note, lucide, e gli appunti, talvolta severi, che Vito Nocera muove alle pagine della politica dell'ultimo ventennio.