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Una delle figure più rilevanti e più influenti, sul piano intellettuale, del periodo fascista. Sin dalla giovane età è attivo nella vita politica, appassionato nello studio delle problematiche sociali. Divenuto giurista e filosofo, si dedica alla promozione di un'idea di "aristocrazia sociale" e di "solidarietà universale", che insieme agli ideali di diritto e volontà costituiscono il fulcro del suo pensiero. La giustificazione della violenza, se orientata a difendere i diritti, e la convinzione che la "guerra è giusta se è utile" fanno del Panunzio uno dei protagonisti della vita politica dell'epoca. Autore di moltissime opera, intende il diritto come un "prius" per la libertà. È promotore di un sindacalismo come idea di vita e sistema di valori per il quale prende senso lo spirito di lotta. Dal Sindacalismo Nazionale al Corporativismo, scrive la storia italiana sia in termini di filosofia del diritto sia di azione politica. Vicino a Mussolini fino ad influenzarne anche alcune scelte, egli tratteggia pagine tra le migliori dell'evoluzione civile e sociale del nostro Paese.