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Come nella malattia di Alzheimer, nel racconto passato e presente si intrecciano, si rincorrono, si confondono. Qui il passato entra prepotentemente nel presente ma questa volta per dargli un significato, quasi per completarlo, così "...per capire la realtà dei fatti, bisogna conoscerli". La malattia di Ottorino e alcuni felici avvenimenti e incontri cambiano la sua aspettativa all'inizio di una vecchiaia che mai arriverà davvero, dando senso ad un presente a dispetto dell'Alzheimer che continua "a cancellare quella che era stata la sua vita" e invade "inesorabilmente il suo futuro". Ottorino alla fine ringrazia Ely e le chiede di perdonarlo "per il prima e per il dopo", che rappresentano il tempo che la malattia gli divora, lasciandolo in un "ora" sempre più dilatato e di cui è sempre meno padrone, ma riempito fortunatamente dall'amore delle persone che gli sono vicine, Elisa e Luca, il figlio mai avuto.