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Questa "Guida di sopravvivenza" non è il libro che vi trasforma da principiante a grande maestro in dieci facili lezioni. Non vi svela i segreti dei finali di Cavallo e non vi elenca le aperture con cui battere un avversario impreparato. Il suo obiettivo è oscenamente più ambizioso: far cambiare idea a chi, dopo aver perduto una partita, si convince di essere negato. Sbagliare è normale. Gli errori rientrano nel gioco ed è troppo comodo ignorarli, aggirarli o derubricarli a semplici incidenti di percorso, come se fossero delle inutili zavorre che rallentano l'ascesa verso una inesistente perfezione. Vanno presi di petto.