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Il volume propone l'edizione critica, corredata di traduzione italiana a fronte, da un'ampia introduzione e da note esplicative, di un breve, singolarissimo testo dai tratti fablioleschi, Senher que prodon mi semblas, in cui una vecchia strega, confessandosi a un bonario sacerdote, ripercorre le malaugurate vicende della sua esistenza concedendo ampio spazio all'indicazione delle sostanze, delle dosi e delle modalità di lavorazione con cui predisporre un rimedio 'magico' in cui confluiscono assunti ritenuti dotati di un certo fondamento 'scientifico' e 'superstizioni' largamente diffuse. L'impianto dialogico del componimento consente alla protagonista di narrare in prima persona le tappe della propria 'carriera' di prostituta, a partire dalla violenza subita in giovanissima età fino al momento in cui lo sfiorire della bellezza le aveva imposto di ricorrere ad altri espedienti per attrarre una clientela che iniziava a latitare. Espedienti di natura 'magica' che si rifanno a credenze radicate nella cultura del tempo in cui il sapiente utilizzo di un antico sapere erboristico si mescida con pratiche superstiziose di origini e tenore differente.