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"A fantasia dicitur fantasma", recita il noto incipit di un capitulum del "De nugis curialium" di Walter Map (II, 13) in cui il dotto chierico gallese riflette sulla natura di misteriose, conturbanti apparizioni che sono al centro di una serie di narrazioni di grande pregnanza immaginifica e commisurata fortuna tanto nell'ambito della pagina scritta quanto in quello dell'oralità. Oggetto dei contributi raccolti in questo volume è appunto il complesso legame che associa la fantasia - facoltà cognitiva capace di produrre rappresentazioni intese a mediare l'attività sensoriale e l'attività intellettiva attraverso la rappresentazione - e il ricco immaginario a essa riconducibile in base alla teoria pseudo-agostiniana della visione: apparizioni illusorie, fate, fantasmi, demoni, creature per l'appunto fantastiche che costituiscono il fulcro essenziale e l'asse portante di una narrativa destinata, con i suoi temi, i suoi motivi, i suoi personaggi, le sue strategie compositive, a superare le soglie della nostra contemporaneità.