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Il teatro di Shakespeare è una "living picture", una pittura vivente. La parola s'irradia nello spazio scenico e nel tempo, misurandosi con pubblici e orizzonti d'attesa diversi, vivendo e trasformandosi, fagocitata e assorbita da diversi linguaggi e mezzi di comunicazione artistica. Ogni saggio qui presentato ricostruisce un aspetto del dialogo costante tra Shakespeare e la produzione artistica, a partire dal suo teatro (Romeo and Juliet, Othello) e dalla sua visione della musica (Il Mercante di Venezia), per giungere all'opera lirica ottocentesca (L'Otello di Rossini) con incursioni nella liederistica romantica (Schubert), e, a ritroso, in rifacimenti e riscritture shakespeariane nel teatro d'opera italiano del primo Settecento. L'attenzione alla contemporaneità si manifesta nell'aspetto memoriale-sentimentale di una perenne ricerca che governa l'alta regia d'opera e attraverso il ruolo fondamentale delle arti visive, in particolar modo legate alla complessa macchina della produzione operistica e del cinema (Amleto). Il volume raccoglie saggi di: A. Carapezza, A. Collisani, M.P. Altese, G. Collisani, A.M. Sollima e C. Galli, C. Fiore, D. Krief, V.U. Vicari, M. Milone.