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"L'esperienza dell'incontro tra i detenuti e le scolaresche delle scuole superiori di età tra i 17 e i 19 anni ha portato un arricchimento e un confronto reale tra i due ambienti, quello delle nuove generazioni e quello di chi ha bruciato le tappe e ha vissuto oltre ogni regola del convivere civile. Dopo un primo imbarazzo, del tutto comprensibile, il dialogo si è sviluppato lontano da schemi e luoghi comuni, che niente hanno a che fare con l'aspetto vero della vita. I detenuti, ma preferisco dire 'chi ha commesso reati', hanno voluto mettere in guardia i ragazzi sull'importanza del rispetto delle regole condivise non soggettive e sul valore della scuola, altri hanno voluto riscattarsi, difendersi: 'Non siamo i cattivi, siamo anche noi persone con affetti e valori'. (Dalla pefazione di Prigionieri di noi stessi)