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Il racconto di Matteo dà un senso di dignità alla vita dei giovani, dei suoi coetanei e non, soprattutto oggi che facciamo parte del pensiero occidentale allo sbando. Il suo racconto è profondo poiché ci conduce alla ricerca della propria interiorità per soddisfare la sua anima inquieta. Durante gli anni di liceo, a scuola, tra i compagni di classe e gli insegnanti, ha trovato un ponte tra il passato e il presente, tra la cronaca e la storia, poi, a casa, tra la sorella e i genitori e i nonni ha reperito quella sensibilità e soprattutto la volontà di affrontare la vita. Matteo è affetto da una forma di distrofia muscolare dei cingoli, dall'età di quattro anni, ed è considerato un disabile.