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Ferrara, nel far scorrere la penna sulla via sottile della percezione, si dimostra un audace investigatore dell'insolito; come in un film, traccia la biografia di questa "figlia del teatro", ora romanticamente, ora con cruda realtà, nel fluire di una storia avvincente, romanzesca, che finisce con l'irretirlo. Ma è sul carattere che l'autore punta il dito, riuscendo rischiosamente a evincerlo dalla debole storiografia e dalle poche lettere, dalle quali, soprattutto, deduce conclusivamente le diverse rifrazioni psicologiche.