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"Nel creare la più pericolosa nemesi di Valentina, mio padre riprese il nome Baba Yaga dalla tradizione russa ma non si limitò a riportare su carta la strega delle fiabe. Quella che apparve nell'omonima storia del 1971 era in realtà una creatura nuova: antica e moderna, pericolosa e affascinante, attraente e repulsiva. Simbolo di un femminismo eccessivo e prepotente che mirava a sovvertire la società patriarcale, ma che al tempo stesso era metafora di un capitalismo autoritario e oppressivo. Nel rapporto tra Rembrandt, Valentina e Baba Yaga ci sono gli stessi dubbi e atteggiamenti contraddittori che dimostrava di avere nei confronti del soprannaturale." (Antonio Crepax)