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Le tre sezioni di cui è formata questa raccolta in dialetto siciliano ("Moarda. In agosto, una notte"; "Lungo inverno"; "d'altre invernate") propongono, nello scorrere delle stagioni, di perdita in perdita, di veglia in veglia, di semina in semina, gli ossimori permanenti della presenza umana in una natura che da quella presenza è minacciata, deturpata, arsa, violata. La lingua, "litica" e tuttavia incandescente, porge il crepitare del fuoco che divampa, il gelo che immobilizza, il pensiero che resiste alla paralisi della parola e va incontro al fare insieme.