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Margherita Pilieri si è confrontata con i canti popolari e le tradizioni di Salandra (in provincia di Matera) nella sua attività di insegnante. L'incontro è stato rivelatore. Ne è nato un amore per il dialetto nel quale si trova condensata l'esperienza del passato come una memoria collettiva. Rivivere il passato riandando alle proprie radici diventa così, al di là dell'occasione didattica, un'esigenza spirituale e intellettuale. L'autrice si fa necessariamente dialettologa e ricercatrice sul campo, consapevole di compiere il salvataggio di una ricca trama di valori e di esperienze, ancora, ma non per molto, depositati nella coscienza dei vecchi. L'intento programmatico di "capire e codificare" i valori di una civiltà contadina hanno consigliato una partizione del libro in quattro "aree tematiche": l'amore, cantato in tutte le sue infinite sfaccettature, l'ilarità, risorsa dei poveri per fronteggiare le avversità della vita, la religiosità popolare, rifugio e sostegno, orizzonte esistenziale semplice ma profondo, e la vita quotidiana, con le sue infinite variegate esperienze.