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'Na messa da mort - poesie in dialetto di Carpi (MO) di Lia Cucconi, con prefazione di Manuel Cohen - sembra l'inno intonato per la fine dell'uomo, o per la sofferenza contemporanea. Sembra che sul piatto o ara della divinità venga offerta una libagione di povertà e miseria, di dolore e di degrado, di abiezione e di violenza, patite a più livelli. E dove in discussione non è solo l'essenza e la permanenza dell'uomo, ma anche l'entità del divino. La particolare partitura in campiture di versi prevalentemente brevi, sintetiche ed efficaci, sembra richiamare o predisporsi a una dizione o intonazione della voce che non esclude una sua resa teatrale. La poetessa ci consegna una alta, tragica dimensione della vita simbolica e contemporanea, e ci restituisce una lettura delle cose non priva di dubbi attivi: di cui ogni realtà, anche spirituale, viene investita.