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La cifra stilistica della poesia di Ada De Judicibus è tutta percorsa da quella musicalità interna ed esterna, che definisce un confine, a volte netto, a volte smarginato, tra parola e silenzio, parola e realtà, parola e universo nella sua rappresentazione visiva e nella sua proiezione sacrale, pur nella immanenza del pensiero etico dell'autrice che rasenta però sempre ciò che è metafisico, senza magari averne intenzionalità e forse consapevolezza.