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"Il walser dell'imperatore" è ispirato alla straordinaria epopea di Antonio De Toma (1821-1895; poi adattato in tedesco in Anton Detoma), ragazzino walser partito dalla Valsesia a undici anni come semplice garzone gessatore; egli divenne il più celebre stucco-marmista dell'Europa Centrale, conteso dai sovrani che gli affidarono la decorazione dei propri palazzi: Oscar I di Svezia, Ludwig II di Baviera, Francesco Giuseppe d'Austria. De Toma fu profondamente legato alle proprie radici walser, e orgoglioso delle origini mai dimenticate, al punto da continuare a usare il titszchu come lingua di scambio con i propri collaboratori valsesiani. "Il walser dell'imperatore" è un romanzo dove corrono parallele, ma in direzioni opposte, le strade della voce narrante (la nipote Annina De Toma, a propria volta poetessa in tedesco e amantissima della Mittel Europa), e dell'olt'aju, il nonno Antonio: da Rima a Vienna e poi da Vienna a Rima. Il romanzo è pertanto relativo a una rappresentazione di due mondi, in una storia nella quale le atmosfere rarefatte dei sentimenti e della piccola patria walser si mischiano ai grandi eventi che sconvolsero l'Europa del '900.