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È un'esperienza affascinante visitare un borgo medioevale arroccato sull'Appennino nel cuore dell'entroterra meridionale, uno di quei borghi che, come dice Castronuovo nella prefazione di questo volume, il visitatore scorge da lontano come un bianco scalpello intento a scalfire il cielo. Qui respiri silenzio a pieni polmoni, qui puoi ascoltare le pietre che parlano un linguaggio afono. Il linguaggio delle pietre infatti è evocativo, le parole sono immagini non sempre definite da un disegno preciso, talvolta sconfinano in forme mostruose a dar conto delle nostre paure o alludono a creature affascinanti che evocano le nostre metamorfosi interiori. Angelo Schiavone percorre tutti i vicoli del borgo poi entra nella cripta dei misteri nelle viscere della cattedrale di Acerenza e qui riconosce semi di modernità che provengono dal pressoché sconosciuto Rinascimento lucano, una realtà suggestiva ancora tutta da scoprire per il grande pubblico.