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"Elio Rosito nei suoi versi riesce a cogliere il breve fremito, l'indugio, la magica sospensione, il fiore effimero del tempo e del suo scorrere incessante. È l'aldilà cui tende ogni parola e da cui torna. Lo stesso può dirsi del ricordo, che vale non per un passato che riporta o un'illusione che si svela, ma per quel suo incerto oscillare, fragile, come fragile è ogni poesia o prima ancora come è fragile la vita. Quante realtà vengono e vanno, così nella poesia di Rosito, prima fra tutte l'amore per la donna, un'intimità sfiorata come l'amore per la vita. E potremmo dire lo stesso di una classicità evidente, di quel suono che fa da sfondo, origine e fine del suo poetare, tra ritorni e addii che si susseguono come la notte e il giorno".