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"Sei entrata nella porta che non sapevo d'aver lasciato aperta, convinto fosse chiusa per sempre. Invece sottile come uno spiffero quel pertugio ha permesso d'infilarti e sconquassare tutto, ogni attributo dell'anima, suonandola come un violino meravigliosamente celestiale e talune volte, ma questa è la vita, stonando. Hai violato ogni legge fisica lasciandomi sospeso e leggero quasi fossi un gabbiano d'oltremare, viaggiando a fil d'acqua su un mare a volte cheto a volte tempestoso e, nel raggiungere riva, mi sono fermato osservando ogni minimo fluttuare e rapire da un incanto che non ha fine ne mai l'avrà. Hai scavato, tagliato, cucito ogni lieve sentire facendone modello per il tuo cuore assetato dal canto di vibrazioni che mancavano nel tuo spartito da qualche tempo, ed io, che ho amato ed amo quel sensibile suono aleggiare, ho lasciato compiaciuto potesse accadere" (dall'introduzione).