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La seta, una vocazione del territorio riminese fino ad ora assolutamente inedita. Eppure c'è un antico indizio dell'allevamento del baco, della produzione, lavorazione e commercializzazione del filo: il trattato dal titolo "Il vermicello dalla seta", pubblicato a Rimini nel 1581 da Corsucci di Sassocorvaro, il primo trattato in lingua italiana su questi argomenti e per di più rivolto alle donne. Lo studio, che s'inserisce nell'ambito del progetto "Patrimonio Culturale a Rimini e in Romagna: Archivi per il Fashion e la Moda tra Ottocento e Novecento", promosso dal Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Campus di Rimini, Università di Bologna, prende in esame fonti archivistiche del tutto inedite per ricostruire le fasi di sviluppo di un'attività economica di primaria importanza per la città e il territorio riminese fra XVII e inizio del XX secolo, individuandone i luoghi, ovvero filatoi e filande, in alcuni casi ancora oggi esistenti, e gli artefici, famiglie come quella Manganoni, meglio nota per la collezione di quadri del Guercino, o Aducci, tramandatesi per generazioni l'arte della seta.