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In un'Europa priva di una carta costituzionale, in quest'Europa tecnocratica e neoliberale, l'unico vero popolo europeo è quello dei suoi mezzogiorni, ovvero di quelle masse di lavoratori che in quanto esterne, disintegrate, escluse dal lavoro e dallo sviluppo comunitario, rimangono fuori a qualsiasi ordine e grado di cittadinanza. Il presente volume si rivolge a queste ultime, ponendo a loro disposizione tutta una serie di dati empirici e modelli interpretativi, al fine di ritornare a pensare politicamente la loro emancipazione sociale nella lotta politica per l'integrazione delle aree sottosviluppate all'interno nel mercato unico; come ci insegna infatti la storia delle mancate unificazioni italiana e tedesca, nessuna forte identità, nessun sentito vincolo di appartenenza, legherà mai un greco a un tedesco, un francese a uno spaziolo, un olandese a un italiano, fino a quando non vi sarà una preliminare volontà politica costituente, che spinga ad esempio stati nazionali così diversi e tuttavia così simili tra loro, come quelli dell'Unione, ad integrarsi vicendevolmente.