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Mai una vera coscienza di società, di nazione, di stato, di senso di appartenenza ha caratterizzato il nostro essere "Italiani". A partire da quanto ci diceva Dante, passando per Machiavelli e Guicciardini, seppur caratterizzato nei rispettivi periodi storici, è triste notare come ancora ai giorni nostri in modo gattopardiano nulla sia cambiato. Un Popolo con la propensione a privarsi delle libertà civili per delegarle a chi con rapacità ha saputo appropriarsene. Nell'ultimo secolo di storia, dal fascismo ad oggi, l'Italia ha vissuto prima il ventennio di Mussolini e poi il ventennio berlusconiano (due indizi fanno una prova "Agatha Christie"), scegliendo di farsi governare da uomini con una evidente e dichiarata vocazione autoritaria, i cui guasti li abbiamo pagati allora e li pagheremo ancora a lungo oggi. Siamo un popolo incline all'arbitrio, ma nemico della libertà. Con la libertà vera, fatta di coscienza e impegno sembriamo trovarci a disagio, pronti a privarcene in favore di un qualunque "uomo della provvidenza".