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È la storia affascinante del lungo viaggio compiuto dal caffè nel corso dei secoli per affermarsi e diventare la bevanda preferita da quasi tutti i popoli del mondo e in particolare dei Napoletani. L'autrice riporta leggende, testimonianze letterarie, opinioni scientifiche, dispute mediche, controversie religiose che hanno di volta in volta promosso o contrastato la diffusione del caffè nei vari periodi storici e nelle diverse civiltà. Mentre in molte città italiane, come Venezia, Firenze, Milano, Torino, la scura bevanda si affermava con successo e si aprivano locali eleganti dove consumarla, a Napoli stentava a decollare, servita sporadicamente nei ricevimenti di nobili e ricchi per ostentare raffinato esotismo. Finalmente nella seconda metà del Settecento il caffè ebbe la sua consacrazione grazie a Vincenzo Corrado, massimo gastronomo napoletano, che nel 1773 pubblicò il primo trattato napoletano sul caffè. In breve anche Napoli ebbe i suoi Caffè che sorsero come funghi, una miriade, eleganti e raffinati, dove si svolse la vita intellettuale ottocentesca della borghesia napoletana, o modesti e popolari per una clientela meno esigente. Brevi note sono dedicate nel libro ai Caffè più importanti, quasi tutti scomparsi. Il nero infuso entrò con prepotenza a far parte della realtà napoletana in tutte le classi sociali e si moltiplicarono studi e scritti sul caffè tra cui il più importante fu il lavoro di Gaetano Picardi, illustre medico a Napoli nella metà dell'Ottocento, intitolato Del Caffè - Racconto storico- medico, in cui l'argomento è analizzato sotto tutti i punti di vista "perché, afferma Picardi la bevanda del caffè è famigliare come il pane e il riso appo le nazioni incivilite". Ad esso è dedicata la seconda parte del libro dove la Mancusi riporta e commenta numerosi passi del Picardi a conferma che l'arrivo del caffè produsse nella vita di tutti i popoli un'autentica rivoluzione.