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Il volume ricostruisce uno speciale aspetto del progetto di disegno territoriale proposto dal fascismo in quella che allora era la provincia di Udine. Il riferimento esplicito alla costruzione di architetture diffuse e segnate da un lessico moderno e in discontinuità con le architetture del periodo liberale venne perseguito dai quadri delle gerarchie locali come un obiettivo politico importante. Quello della provincia di Udine divenne una sorta di laboratorio al quale i quadri del potere nazionale, guardarono con interesse. In realtà il progetto fu realizzato solo in piccola parte per un'insieme di problemi con i quali le gerarchie locali si dovettero confrontare. I giovani architetti locali furono soppiantati dai professionisti di scuola piacentiniana o da esperienze come quella del monumentalismo industriale riconoscibile a Torviscosa. Solo pochi esemplari raccontano ancora oggi il significato di una utopia territoriale che faceva forza sulla capacità di comunicazione attribuita all'architettura.