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Nel corso del XIV secolo, sogno e visione perdono il carattere di simbolo del sacro per legarsi progressivamente alla finzione dell'opera letteraria, diventando narrazione e nascondendo sub velamine significati nuovi, da scoprirsi mediante gli strumenti non solo dell'onirocritica classica ma anche dell'esegesi letteraria. Con sapiente e divertito uso della parola, Boccaccio e Chaucer sfruttano le potenzialità del genere onirico e visionario, dando vita a meravigliosi viaggi allegorici che pongono al centro dell'azione il personaggio del poeta pellegrino, quale figura itinerante tra gli archetipi della cultura occidentale, in una rilettura laica e mondana del poema sacro dantesco e sulla base di una continua contaminazione di modelli appartenenti alla tradizione letteraria, al patrimonio intellettuale e alla cultura artistico-figurativa cui si ancora l'immaginario di tutta un'epoca.