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L'ottativo è il modo del desiderio e della potenzialità. Per esprimere un desiderio si può strofinare una lampada; ma la lampada si può usare anche per fare luce, e cercare quello che si desidera. Ottativo non racconta la ricerca di qualcosa, e nemmeno la descrive; è la ricerca stessa, nel suo farsi. Così Daniele Poletti, immerso come tutti nel chiacchiericcio quotidiano (dal momento che "parlare fa saliva tutto ciò che svia è dialogo tra due seggiole"), costruisce delle stanze, che crescono come denti, o come formicai. Allora, come per il Barone di Münchausen, sarà possibile salvarsi dalle sabbie mobili, perché è "un conforto conoscere per se stesso afferrandosi ai propri capelli".