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Come gli antichi aedi viaggiavano di corte in corte, così l'autore di questa silloge poetica raccoglie l'esperienza del "viandante" che dalla lontana e solare Calabria è approdato alla melanconica, nebbiosa Ferrara. Nei versi di Monda si coglie il tempo della memoria, dei sentimenti e delle emozioni, spesso quello di una nostalgia mai ripiegata su di sé. Dedicarsi alla poesia è un dono: esplorazione dell'anima attraverso la natura e i suoi incantati silenzi, coniugando con discrezione un'esistenza e una cultura tese, come la vetta del Gran Zebrù, alla ricerca della parola, non del genere poetico.