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Presente e passato dialogano e si sovrappongono nei ricordi e nelle azioni di chi, dopo vent'anni, decide di riattraversare i luoghi della propria infanzia: il borgo, delimitato dal confine "sacro" dei due Archi che lo separano dalla campagna e da quella città misteriosa e mobile che è Palermo. Un mondo che produce ora un senso di sradicamento e di estraneità in chi, dopo due decenni di lontananza e di slogan urlati contro Cosa Nostra, ritorna come un Giano bifronte a confrontarsi con le proprie radici.