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Il rapporto di Pasolini con l'Etna coincide con la parabola esistenziale del poeta-regista che con l'andare degli anni diventa sempre più cupa e pessimistica. L'Etna luogo della spiritualità ne "Il vangelo secondo Matteo", luogo dell'inquietudine nel ricercarsi tra il silenzio e il grido di disperazione o di aiuto in "Teorema", della barbarie cannibalica in "Porcile", diviene nel suo penultimo film "I Racconti di Canterbury", il regno del Maligno avvolto da un'atmosfera tragica: siamo nell'umbilicus inferni, dove, con immagini fosche e allarmanti, greve aleggia un senso di morte e di dannazione.