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Quando entriamo a far parte di un'organizzazione aziendale ci aspettiamo di poter fare il nostro lavoro al meglio e di mettere a disposizione tutte le conoscenze e capacità al fine di essere accettati, rispettati e 'valorizzati' dai nuovi colleghi di lavoro, dai nuovi clienti dell'azienda, dal nuovo capo: insomma apprezzati da tutto il network di conoscenze vecchie e nuove. E l'azienda che ha promesso una 'valorizzazione' cosa si aspetta? Semplice: di inserire nella sua organizzazione un nuovo collega affidabile, competente, con potenziale e che sia apprezzato dal suo nuovo network. Eppure talvolta succede che azienda e dipendente non si comprendano: il dipendente non si sente valorizzato e l'azienda ritiene che non valga più la pena di investire su una persona che non fornisce alcun valore aggiunto all'organizzazione. Inizia così un periodo di "separati in casa" che termina il più delle volte con il divorzio. L'intento di questo lavoro è di capire come e se vale la pena di... 'salvare il matrimonio' tra azienda e dipendente. Ma soprattutto il testo fa rifletter sulle motivazioni che possono portare al divorzio e su quelle che possono accompagnare felicemente in una lunga convivenza.