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Cinque settimane è il tempo che serve a Livia per comprendere chi vuole essere realmente, e non è un caso che questo intervallo di tempo sia ricorrente nella sua vita, perché il caso nasconde spesso una consapevolezza che non si crede di possedere. Così, quando Livia conosce Claudio, enigmatico e affermato pittore, non "sa" a cosa andrà incontro, ma lo "sente", avverte subito che qualcosa sta cambiando, in lei e attorno a lei, anche se a questo qualcosa non è in grado di dare un nome. Forse una figura, una figura dai toni sfocati eppure carnali che la completa, finalmente, e la costringe, in un certo qual modo, con la propria presenza e soprattutto con la propria assenza, a fare chiarezza dentro di sé, a mostrarsi quale in effetti è, a viversi completamente. Con Livia, Claudia Santagata dà vita a un personaggio complesso come solo una giovane donna può essere e come solo una giovane donna può raccontare. A testimonianza che non tutte le storie importanti devono essere "quelle delle favole" e che il "proibito" non è poi così proibito come sembra.