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Angelo Sturiale, con questo "Catalogo d'amore", affida alla parola variegate entità di lacerazioni con un tormentato raccontarsi che rifugge ogni indulgenza. Si scende a volute in un precipizio ammantato di propaggini dove lo scrutare della mente si apre (si assoggetta) a quello del cuore. Ne nasce una scrittura scattante, incontenibile ma simmetrica, che si frantuma come un cristallo in sfaccettature taglienti. La forma assume quella della prosa poetica, disseminata di travestimenti brucianti di malinconie. Forse Sturiale incide, sul proprio corpo-diario, gli appunti di un irripetibile (irrefrenabile) paradigma d'amore.