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Dove finisce il confine? Dove inizia la fine? Da interrogazioni inquietanti, dentro percezioni sottili, si alimenta e si muove questa raccolta poetica. In un silenzio assorto si sciolgono parole brevi, sentimenti sofferti, trattenuti stupori. E affiora una pena di fondo per il tanto che turba e lacera un tempo confuso. I mutamenti dell'ora e delle stagioni, la grazia dell'amore e dell'amicizia, la consapevolezza cercata si manifestano nella misura del tono, nella chiarezza della voce prossima alla confidenza. E l'imperfetto del titolo come opposto alla perfezione, che è sogno della mente già vocato all'impossibile, significa anche il tempo del passato: che si nutre del ricordo e lo travalica per fluttuare in una malinconia come insieme di estraneità e di appartenenza. Così, in un tessuto di trame leggere, di versi veloci, Innocenzo Carbone accosta il bene della poesia e lo consegna.