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Una storia di storie, quella che ci propone Pina Lamberti Sorrentino, in uno stile diverso da quello a cui ci ha abituati, perché stavolta ha intinto la sua penna direttamente nell'inchiostro della vita, e non ha paura di usare un linguaggio un po' crudo, di disegnare immagini forti: non può esserci vergogna, o pudore, perché la vita stessa non ne ha. Quello che ne viene fuori è un intenso viaggio negli abissi dell'esistenza per sporcarsi di fango e di dolore e restituire agli ultimi, ai dimenticati, la loro calpestata umanità. Dialoghi anormali dove chi parla, interroga, è di carne; chi ascolta e risponde, nell'immaginario dell'interlocutore, è di pietra... Una piazza famosa, otto nicchie, otto Re di pietra "piantati" sulla facciata del Palazzo Reale a sbarrare la realtà della piazza dai fasti degli scaloni e dei troni del potere.