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Un viaggio onirico, a tratti delirante, sempre sferzante, tra le pieghe del tempo, venturo e trascorso, che ha modellato e modella una nazione, una cultura e uno specifico territorio, quello di Latina, fu Littoria, al quale l'autore dedica questo romanzo, pregno d'ironia e della classe scrittoria che, da anni, caratterizza Pierluigi Felli. Fra camerati redivivi, organizzazioni paramilitari di diversi colori a rappresentare un'Italia ormai spaccata dal prossimo decennio e le "Tigri di Mompracem" insediatesi a Sabaudia, sotto la guida costante di Sandokan e Yanez de Gomera, la penna salace di Felli ne approfitta per denunciare, in maniera velata ma mordace, le storture di un Paese alla deriva, abbinando a ciò un fulgido omaggio all'opera letteraria di Emilio Salgari.