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In un periodo di riflessione l'autore è ritornato con la memoria ai suoi anni della fanciullezza e della gioventù vissuti nel paese natio; e il paese è un microcosmo con le sue istituzioni, i suoi riti, le sue funzioni, le sue feste, gli usi consolidati da generazioni: un sito ove tutti si conoscono; di questo scenario vengono restituite situazioni e atmosfere di un periodo del recente passato, ormai fluite nei ricordi e nella nostra piccola, ma per noi importante Storia. L'ambiente è a volte avvertito come apportatore di disagio, estraneo, indecifrabile e a tratti persino ostile; ma da questo humus, percepito e vissuto tra contrapposti sentimenti, emergono i ricordi di persone che Fabrizio Pellegrino ha incontrato e conosciuto: c'è il barbiere che con i suoi discorsi e con i suoi silenzi sa attrarre e gestire gli umori della clientela, c'è il ristoratore che affascina e incanta con le sue proposte enogastronomiche, la commerciante che guida gli acquisti anche delle clienti più ostiche, il cavaliere che per ingenuità corre incontro alla rovina, il maestro che con delicatezza capisce, la professoressa che consiglia, l'amica che scuote, i compagni di scuola, il calzolaio.