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Nel 1925 Za la Mort, eroe del cinema muto italiano, diventa protagonista di un romanzo cinematografico dal titolo eponimo. Chi lo scrive è il suo creatore, Emilio Ghione, regista e attore che ha conosciuto, negli anni della Grande Guerra, fama internazionale. Ghione è anche l'interprete di Za la Mort: un connubio totale che segna, nel bene e nel male, la sua carriera. Con il dopoguerra, il cinema italiano vive una grande crisi. Molti beniamini del pubblico sono costretti ad abbandonare le case di vetro per sempre o a emigrare in Germania. Tra questi ultimi troviamo anche Ghione, che a Berlino gira un film, "L'incubo di Za la Vie" (1924), alla base di questo romanzo. Ma già l'anno successivo rientra in Italia. "Za la Mort" è pubblicato in appendice a "Il Mondo" di Amendola e poi riedito nel 1928 da Nerbini, illustrato dal grande Giove Toppi, nella versione definitiva che qui riproponiamo. Ghione morirà due anni dopo, alle soglie del cinema sonoro. Giacché i film di Za risultano in larga parte dispersi o incompleti, il romanzo (assieme al successivo "L'ombra di Za la Mort") è l'unica sua avventura giunta integra ai giorni nostri.