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La dottrina della creazione riguarda non solo la creazione in generale, ma anche la concezione dell'uomo, in rapporto non tanto al loro stato attuale, quanto piuttosto a quello precedente all'entrata del peccato nel mondo. In questo quinto locus, Turrettini affronta la questione della creazione a partire dalla Scrittura. Essa dichiara che Dio, nella sua infinita sapienza e onnipotenza, ha deciso di creare dal nulla tutte le cose e permette d'elaborare una dottrina della creazione in generale - e dell'uomo in particolare - veramente originale in confronto ad altre concezioni. Qualche questione può sembrare obsoleta, ma il modo di affrontarla ha ancora tantissimo da insegnare per la sottomissione alla Scrittura e il rigore del ragionamento manifestati. Turrettini dialoga con altre visioni del mondo che non fanno riferimento all'azione divina o che vi fanno riferimento in modo inadeguato. Si capisce allora la componente polemica dell'elaborazione, che mira a persuadere gli interlocutori della bontà e della coerenza del pensiero biblico. Se è possibile avere qualche incertezza sul modo d'agire di Dio per quanto riguarda la creazione, non si può certo dubitare della sua volontà nel creare tutta la realtà e quindi della responsabilità umana davanti a essa.