Tab Article
Felice Lionfredi arriva a questo punto della vita, contrassegnata da una professione inusuale, dall'amore per due donne e dall'amicizia speciale e profonda per un compagno d'infanzia, senza aver mai messo ipoteche sul futuro. Ora vive trascinando la sua vecchiaia a casaccio e neppure lo sfiora l'idea di dare alle giornate un senso. Il presente non gli interessa, è come se non lo riguardasse. Una maligna abulia gli ha spento lo sguardo; persino i ricordi, che erano per lui una fonte straordinaria di vitalità senza paragoni, lentamente, si sono spenti. Eppure, lui aveva sempre creduto di avere una straordinaria, misteriosa facoltà che gli consentiva di ripercorrere innumerevoli volte, indipendentemente dalla sua volontà, le vicissitudini accadutegli nel passato, come in un film, in cui l'attore ripete più volte la stessa scena. Felice Lionfredi era convinto di possedere il dono di una speciale ubiquità, sganciata dalle regole del tempo e dello spazio. Ma, dalla vita trascorsa, vissuta in pienezza, non ha saputo o voluto portare con sé nulla di ciò che è stato, e, adesso, scruta le sue mani vuote, il niente che ha attorno. Felice Lionfredi è un uomo di soli ricordi.