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Negli ultimi anni, "euroscetticismo" è un concetto entrato nel linguaggio dei politici e dell'opinione pubblica fino a diventare una formula magica in grado di risolvere i problemi originati dalla crisi economica nella quale il continente da tempo si dibatte. L"'euroscetticismo" è diventato, così, il contraltare della "piena integrazione" perseguita con ostinata determinazione da illustri statisti per un così lungo periodo di tempo. Il libro racconta la nascita, a Praga, di questa contestazione in tempi non sospetti (la crisi economica doveva ancora arrivare) ad opera di un noto politico ceco, che per certi aspetti potrebbe oggi definirsi profetica. Erano i primi anni del terzo millennio e le maggiori cancellerie europee rigettavano sdegnosamente le aperte, seppur articolate, critiche nei confronti dell'UE e dei suoi principali simboli - la progettata Costituzione e la moneta unica - da parte dell'allora Presidente della Repubblica ceca, Vaclav Klaus (osteggiato peraltro dallo stesso governo nazionale a guida social-democratica). L'autore - in quegli anni Ambasciatore d'Italia a Praga - nel rievocare le vicende politiche di quel periodo, mette in rilievo l'azione precorritrice di Klaus diretta a far prendere le distanze al proprio Paese dai propositi accentratori di Bruxelles.