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L'Europa dei diritti e della democrazia partecipata sembra ripiombata negli anni bui delle grandi tragedie del Novecento: il filo spinato torna a delimitare i confini nazionali; la crisi economica favorisce l'ascesa di leader populisti; la retorica nazionalista predomina incontrastata nella lotta senza quartiere contro i flussi migratori. La cronaca registra la follia terroristica e le declamazioni di governanti irresponsabili. La politica securitaria comincia a trovare credito anche in frange insospettabili dell'opinione pubblica. Nelle pagine culturali del quotidiano di Teramo "La Città" alcuni filosofi, sociologi, psicoanalisti, storici della letteratura antica e straniera hanno riflettuto sulle ragioni della crisi della democrazia e sui rischi dell'avanzare dei populismi. Ne è nato il volume "Dove va l'Europa". Una prima verità sembra affacciarsi all'orizzonte: il mondo non ha assistito alla "fine della storia", come preconizzato da Fukuyama, ma all'incrinatura di quella democrazia dei diritti e di quel capitalismo globalizzato che sembravano mettere d'accordo tutti.