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Desiderio e repressione. Carta, pellicola e carne. Sono queste le linee direttrici lungo le quali si sviluppa questo studio. La critica ha spesso descritto le opere di Jane Austen (1775-1817) come testi in cui il corpo scompare, in cui la passione tace. Eppure gli appassionati austeniani sanno quanto questo sia lontano dalla propria esperienza di lettura. Questo volume rintraccia la presenza della corporeità e della passione nei romanzi di Austen (da "Northanger Abbey" a "Persuasion"), dimostrando come queste non siano realmente sottaciute, ma vengano trasformate divenendo di volta in volta sineddoche, metafora, focalizzazione, allusione. Popolarissimi a livello di adattamenti e riscritture (fino al "paradosso" rappresentato dal film "Pride and Prejudice and Zombies", 2016), i romanzi austeniani vengono qui anche messi in relazione con le loro rese cinematografiche, che, come si dimostra, rendono visibile il tessuto retorico e stilistico utilizzato da Austen, mettendo in luce una sostanziale corrispondenza di tropi, tecniche e valori.